Se durante il 2019 i social network rappresentavano dei fattori determinanti per influenzare la scelta e nell’organizzazione di una vacanza (Il 40% dei Travelers afferma che la scelta della destinazione di un viaggio, aumenta notevolmente se quest’ultimo è “Instagrammabile”), quest’anno sono la voce e la conseguente ricerca vocale, le protagoniste del settore del travel.

Lo stesso Google afferma che, una ricerca vocale ha una possibilità di circa 30 volte superiore a trasformarsi in una query di ricerca, evidenziando come le ricerche realizzate mediante la voce ed il mobile possano con maggiori probabilità, trasformarsi in azioni.
Ma quali sono i giusti passi da compiere in questa direzione?
È fondamentale partire da 2 elementi:
1. Prevedere le esigenze dei viaggiatori 

Prevedere le esigenze dei viaggiatori è probabilmente l’aspetto più scontato e più ovvio, ma certamente più importante per entrare nel mondo delle ricerche vocali. Dunque occorre analizzare il proprio territorio oltre che la propria azienda, ed offrire le giuste motivazioni per farsi che il proprio Hotel (o attività turistica in genere) possa essere la scelta giusta ad una determinata richiesta dell’utente.
Dunque occorre pensare ad eventuali domande che un utente potrebbe porsi sul: brand, attività, territorio ed esperienze.
Scoprire ciò che gli utenti desiderano ed in seguito formulare delle risposte dirette e chiare per poter emergere, è certamente una chiave vincente, oltre a prevedere ed ipotizzare scenari o esigenze future.
2. L’importanza delle code lunghe

Un altro aspetto fondamentale da tenere in considerazione e l’importanza delle query più articolate, dunque quelle a code lunghe.
La ricerca vocale implica delle query più lunghe e più articolate e se da un lato tutto ciò comporta una maggiore specificità dei risultati, dall’altro incoraggia una ottimizzazione delle pagine del sito web dell’azienda in un’ottica di SEO turistica “un po’ fuori dall’ordinario” con pagine complementari specifiche ed altre diavolerie del settore.
